Articolo complesso.
Lo anticipiamo.
Ma sono doverose alcune e precise puntualizzazioni per puntellare la nostra visione anti-globalista e iniziare a dettare una linea sovranista popolare.
Mai come in questi tempi la situazione è complessa e per navigare in queste onde del post-modernismo è essenziale avere una testa anti-ideologica, plurale, situazionista.
Ogni bandiera innalzata in nome di uno schema precostituito rischia di portarci fuori rotta.
Essere multipolari è essenziale nella costruzione di una dottrina rivoluzionaria (sarebbe più corretto dire controrivoluzionaria).
In ogni parte del mondo oggi si insorge contro il globalismo.
Negli Usa il popolo americano vota Trump, Kennedy e Rubio contro il deep state.
La Russia ha praticamente sconfitto l’Ucraina e la Nato.
Davos sembra un circolo di vecchi tromboni nostalgici.
In Francia Macron sembra prossimo alla pensione e in Germania i sovranisti di AfD sono in testa ai sondaggi.
In Romania gli occidentali devono rovesciare il voto, in Slovacchia e in Georgia hanno tentato di replicare colpi di Stato stile piazza Maidan.
La Cina vince contro Taiwan, la Corea del Nord contro quella del Sud.
L’Africa si sta – finalmente – liberando dal colonialismo ed il mondo arabo resiste alla ferocia sionista.
I Brics diventano più numerosi, forti e ricchi.
Il Sud America lotta sempre tra una via socialista e nazionale ed il miraggio americano.
Insomma… il mondo è in guerra. Anzi. Mille guerre sono in atto…
Tutte diverse l’una dalle altre.
Diverse e uniche per storie, tradizioni, culture e contesti.
Un unico comune denominatore unisci i conflitti: la lotta di libertà e liberazione popolare dal globalismo.
Una nuova lotta di classe internazionale tra dominanti e dominati.
Ovviamente gli arabi rispondono da arabi, i cinesi da cinesi, gli africani da africani e così via…
Per questo è infantile dare giudici assoluti.
Mai come oggi bisogna distinguere tra alleati tattici e alleati strategici.
I primi sono quelli del “i nemici del mio nemico sono miei amci”.
Come Trump, Xi Ping, il mondo della resistenza araba…
I secondi sono i nostri amici: la Russia, Fico, l’AfD in Germania… insomma quelli che oltre a combattere lo stesso nemico hanno anche una visione generale simile alla nostra.
Per questo non butto via Trump quando dice cazzate su Gaza.
Perché Trump è un – prezioso – alleato tattico, che sta indebolendo il globalismo e sta tagliando molti “tentacoli” della piovra.
Ovviamente non sarà mai Trump – e nessun alleato tattico – a distruggere la testa.
Ma meglio combattere contro una piovra privata di molti sui tentacoli che invece in piene forze.
Trump sbaglia – e di grosso – sul Medio Oriente, ma sta mettendo in crisi la Cia, il deep state americano, il gender e le follie green.
Inoltre sta colpendo forte Bruxelles, dando una grande occasione alle Patrie europee.
Non poco sta facendo contro l’aborto e la cultura della morte.
Da non dimenticare che la Fede, Vita e Famiglia sono anima, cuore e corpo di un popolo.
Senza i quali ogni riscatto è impossibile.
Lo stesso discorso va fatto sulla Cina.
Nessuno vorrebbe vivere alla cinese.
Ma senza Pechino mai la Russia avrebbe potuto battere la Nato.
Questa è l’unica visione per costruire un nuovo pensiero capace di rovesciare i rapporti di forza tra élite capitalista e globalista e i popoli che vogliono tornare padroni a casa propria.
La tirannia finanziaria occidentale e le plutorazie global sono in crisi profonda.
Anche nella “loro” Europa, ultima fortezza liberal, qualcosa inizia a scricchiolare.
Se saremo intelligenti, capaci, molto onesti nel sentire il popolo e attenti a non farci trascinare nel “ritorno al passato”…
Se supereremo davvero il falso dualismo destra-sinistra, se daremo forza al sovranismo popolare…
il domani sarà dei popoli liberi e liberatori.
Avanti!
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