Chi Finanzia davvero USAID?

Chi Finanzia davvero USAID?

La Scure di Musk e di Trump, un Futuro Incerto.

Matteo Castagna

Il presidente Donald Trump e il suo segretario per l’efficienza governativa Elon Musk hanno lanciato un assalto frontale alla United State Agency for International Development, l’agenzia di aiuti esteri più importante degli Stati Uniti. Il primo giorno del suo secondo mandato, Trump ha ordinato di sospendere la maggior parte degli aiuti esteri degli Stati Uniti, mentre Musk ha minacciato, in seguito, di chiudere completamente l’agenzia governativa indipendente, sostenendo che non era allineata con gli interessi americani.

La nota agenzia di stampa statunitense Bloomberg scrive che “tra i più ampi sforzi dell’amministrazione per ridurre le dimensioni della forza lavoro federale, USAID è stato un bersaglio facile. L’amministrazione ha di fatto svuotato l’agenzia, licenziando migliaia di persone e mettendo la maggior parte dei suoi 10.000 dipendenti in congedo amministrativo, richiamando il personale assegnato all’estero. L’amministrazione Trump ha anche annullato il 92% degli attuali contratti di aiuti esteri di USAID, dopo un caotico periodo di revisione, rescindendo 5.800 contratti e mantenendone solo 500, ovvero una riduzione senza precedenti della presenza degli Stati Uniti, nel mondo in via di sviluppo.

Mentre il potere giudiziario continua ad esaminare gli sforzi dell’amministrazione Trump per rimodellare il governo federale, il 5 marzo la Corte Suprema ha appoggiato un’ordinanza di un tribunale di grado inferiore che chiedeva il rapido pagamento di quasi 2 miliardi di dollari, dovuti ai contraenti USAID, che erano stati presentati in tribunale dopo che l’amministrazione si era rifiutata di pagarli, per un lavoro terminato.

In realtà, non è chiaro se USAID, un tempo la più grande agenzia di aiuti esteri al mondo con progetti per un valore di circa 43 miliardi di dollari nel 2023, sopravviverà o verrà incorporata nel Dipartimento di Stato, che la supervisiona.

Gli Stati Uniti sono il più grande fornitore di assistenza estera ufficiale al mondo. USAID, insieme al Dipartimento di Stato e ad altre agenzie, ha speso circa 70 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2022, anno più recente per cui sono disponibili dati. USAID amministra la maggior parte di quel denaro in quanto agenzia responsabile dell’assistenza umanitaria e dello sviluppo.

L’agenzia è stata creata nel 1961, mentre il suo status indipendente è stato stabilito dal Congresso nel 1998. L’USAID riceve la direzione politica dal Dipartimento di Stato, pur essendo separata da esso, e il suo amministratore risponde al Segretario di Stato. Opera, in gran parte, erogando fondi a contraenti, organizzazioni no-profit, organizzazioni internazionali e governi stranieri.

L’agenzia è stata a lungo considerata un mezzo per esprimere la buona volontà americana al mondo, con pacchetti di aiuti alimentari, etichettati USAID, che fungono da simboli di benevolenza dalla nazione più ricca ad alcune delle più povere.

Ma è stata anche uno strumento della politica estera degli Stati Uniti, indirizzando i fondi verso paesi in aree geografiche strategiche e impedendo alle crisi umanitarie di trasformarsi in rischi per la sicurezza nazionale. Alla sua creazione, il presidente John F. Kennedy disse ai legislatori che il “crollo economico di quelle nazioni libere ma meno sviluppate che ora si trovano in bilico tra crescita sostenuta e caos economico sarebbe disastroso per la nostra sicurezza nazionale, dannoso per la nostra prosperità comparativa e offensivo per la nostra coscienza”.

“L’USAID ha finanziato progetti in circa 130 paesi nell’anno fiscale 2023, l’ultimo anno per il quale sono disponibili dati completi. I primi 10 destinatari in ordine decrescente sono stati Ucraina, Etiopia, Giordania, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Yemen, Afghanistan, Nigeria, Sudan del Sud e Siria.

USAID è una delle agenzie statunitensi che amministrano l’assistenza estera, che include non solo aiuti alimentari d’emergenza e assistenza umanitaria, ma anche finanziamenti militari per gli alleati e partner Israele e Taiwan. Gli aiuti a sostegno di “pace e sicurezza” ammontavano al 18% del totale nell’anno fiscale 2022″ – riferisce sempre Bloomberg. L’assistenza estera costituisce meno dell’1% del bilancio federale.

Il primo giorno del suo secondo mandato, Trump ha ordinato uno stop di 90 giorni sugli aiuti esteri degli Stati Uniti, per rivedere la spesa, gettando il settore degli aiuti globali nel caos. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha emesso delle esenzioni, eccetto per gli aiuti “salvavita”. Ma in un promemoria trapelato, un dipendente senior dell’USAID ha affermato che i nominati politici hanno impedito che le esenzioni di Rubio funzionassero e hanno avvertito che la situazione avrebbe portato a morti evitabili e minacce alla sicurezza nazionale su “scala massiccia”.

Rubio, che una volta ha detto che USAID era “essenziale per la nostra sicurezza nazionale”, ha detto ai legislatori che potrebbe sciogliere USAID come agenzia separata. Ha detto che alcune missioni e uffici USAID potrebbero essere integrati nel Dipartimento di Stato e il resto dell’agenzia abolito.

Il congelamento degli aiuti esteri riflette le preoccupazioni di lunga data del Partito Repubblicano di Trump, rafforzate dal suo approccio di politica estera “America First”, secondo cui i soldi delle tasse vengono sprecati all’estero in aiuti inutili, che non promuovono gli interessi degli Stati Uniti.

Rubio ha descritto USAID come “un’agenzia canaglia”. “Il loro atteggiamento di base è: ‘non lavoriamo per nessuno. Lavoriamo per noi stessi. Nessuna agenzia governativa può dirci cosa fare’”, ha detto a Fox News. Altri repubblicani hanno accusato l’agenzia di finanziare aborti all’estero, sebbene una legge del 1973 proibisca a USAID di farlo. Musk, che ha invitato lo staff del suo Department of Government Efficiency a setacciare gli uffici dell’agenzia. Ha definito USAID “un’organizzazione criminale” che dovrebbe “morire”.

Il caso USAID (Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale) ha da tempo valicato i confini statunitensi, sollevando interrogativi sulla sua reale missione. Mentre, ufficialmente, l’agenzia si occupa(va) di aiuti umanitari e assistenza in oltre 100 Paesi, con un budget di oltre 46 miliardi di dollari, numerose inchieste hanno evidenziato come essa sia stata utilizzata come strumento dello stato di sicurezza americano per operazioni di destabilizzazione, cambi di regime e ingerenze politiche.

Un meccanismo chiave di questa strategia è stato il finanziamento diretto o indiretto di media dichiaratamente indipendenti, agenzie stampa ed enti benefici legati all’USAID. Stando a quanto riportato dal Columbia Journalism Review, USAID ha sostenuto finanziariamente più di 6.000 giornalisti, circa 700 redazioni indipendenti e quasi 300 organizzazioni della società civile impegnate nel settore dei media in oltre 30 Paesi.

La situazione risulta chiara nei suoi sviluppi in Ucraina, considerando che il 90% dei media si sostiene grazie a quei finanziamenti. E considerando che i giornalisti europei – italiani in primis – in questi anni hanno fatto semplicemente da cassa di risonanza di notizie lanciate da testate gestite da Kiev con i finanziamenti statunitensi, può davvero definirsi informazione un giornalismo che dipende da fondi governativi stranieri, spesso opachi e non trasparenti?

Un’inchiesta del giornalista Lee Fang, riportata in Italia da Inside Over, ha rivelato il controverso ruolo di USAID nel finanziare testate giornalistiche e iniziative editoriali in tutto il mondo, sollevando dubbi sulla loro effettiva indipendenza. Tra i casi più emblematici troviamo Coda Story, un’organizzazione con sede a New York impegnata nella lotta alla disinformazione, in particolare quella proveniente dalla Russia.

Un rapporto di audit ha evidenziato che Coda Story ha ricevuto finanziamenti dalla National Endowment for Democracy (NED), un’organizzazione non profit strettamente legata a USAID, alimentando speculazioni sulla possibile influenza esercitata dai finanziatori sulla linea editoriale. Un altro caso significativo è l’Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP), una rete investigativa coinvolta in scandali come i Panama Papers. Secondo Ryan Grim, OCCRP ha ricevuto 11 milioni di dollari da agenzie statunitensi, di cui 5,7 milioni direttamente da USAID.

Nonostante l’organizzazione abbia smentito qualsiasi influenza dei finanziatori sulla sua politica editoriale, la dipendenza economica da fondi governativi solleva inevitabili interrogativi.

Lee Fang ha evidenziato come USAID operi attraverso appaltatori come Pact, Inc. e l’East West Management Institute, che gestiscono testate in tutto il mondo. Particolarmente controverso è il caso di Internews, un’azienda che riceve fondi USAID per sostenere media ucraini e di altre regioni. Operante in Europa, America Latina, Medio Oriente e Africa, Internews dipende in larga parte dai finanziamenti USAID, e il congelamento di questi fondi sta mettendo in crisi diverse redazioni.

Secondo Voice of America, media indipendenti in oltre 30 paesi, tra cui Austria, Ucraina e Myanmar, sono ora a rischio chiusura. Paradossalmente, la stessa Voice of America è finanziata dal governo americano, dimostrando un’evidente contraddizione nell’approccio alla libertà di stampa.

Reporters Without Borders (RSF) ha denunciato il blocco da parte di USAID di 268 milioni di dollari destinati al supporto del giornalismo indipendente. Secondo il Columbia Journalism Review, negli ultimi anni USAID ha finanziato oltre 6.000 giornalisti, circa 700 redazioni indipendenti e quasi 300 organizzazioni della società civile attive nel settore media. Tuttavia, il vero impatto di questo blocco è difficile da stimare, poiché molte redazioni colpite temono di parlarne apertamente.

Testate esiliate da Iran e Bielorussia hanno riferito, sotto anonimato, di essere state costrette a misure drastiche per sopravvivere. In Camerun, Data Cameroon ha sospeso progetti sulla sicurezza dei giornalisti e sulla copertura elettorale.

Il taglio dei fondi USAID potrebbe avere conseguenze anche su BBC Media Action, il ramo umanitario della BBC. Secondo il Telegraph, la decisione di Donald Trump e l’influenza del DOGE di Elon Musk sull’USAID potrebbero privare l’organizzazione di milioni di sterline, mettendo a rischio progetti in Paesi poveri.

L’ente benefico della BBC si occupa di formare giornalisti e migliorare i sistemi di comunicazione nelle aree più vulnerabili, e USAID è il suo secondo maggior donatore, con 2,6 milioni di sterline versati nel 2023-24. BBC Media Action sostiene di operare con trasparenza e indipendenza, ma le critiche sulla possibilità di condizionamenti da parte dei finanziatori restano aperte.

Il caso USAID solleva una domanda cruciale: un giornale può dirsi veramente indipendente se riceve finanziamenti da un governo straniero? La dipendenza economica da enti come USAID può renderli vulnerabili a pressioni politiche? Mentre l’agenzia afferma di sostenere la libertà di stampa, la sua storia di finanziamenti mirati e condizionati suggerisce una realtà più complessa, in cui il confine tra aiuto e ingerenza è sempre più sfumato.

I funzionari dell’amministrazione Trump hanno criticato l’agenzia per le iniziative intraprese dalle passate amministrazioni democratiche, legate ai diritti LGBTQ, al genere e ai diritti umani. I repubblicani hanno teso a eliminare tali programmi quando hanno preso il controllo dell’ USAID e hanno detto all’agenzia di continuare a concentrarsi sull’aiutare i paesi in via di sviluppo a stimolare la crescita economica, ridurre la burocrazia ed espandere la formazione professionale.

“Gli Stati Uniti – scrive Bloomberg – contribuiscono per circa il 29% al totale dell’assistenza ufficiale allo sviluppo (ODA) fornita dai 32 membri principali donatori che costituiscono un comitato di aiuti dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. L’ODA è un aiuto estero fornito dai governi per promuovere lo sviluppo economico e il benessere nei paesi in via di sviluppo”.

Con l’amministrazione Trump che riduce significativamente l’assistenza estera, c’è il rischio che la presenza degli Stati Uniti in ampie fasce del mondo in via di sviluppo si esaurisca. I critici della mossa, tra cui molti legislatori democratici, affermano che il principale rivale degli Stati Uniti, la Cina, potrebbe ora aumentare la sua influenza nel sud del mondo, dove ha già speso decine di miliardi di dollari in costose infrastrutture come strade, porti e ferrovie.

Negli ultimi anni, altri leader di destra delle democrazie hanno unito le loro agenzie di sviluppo con i loro ministeri degli esteri. Il canadese Stephen Harper e l’australiano Tony Abbott lo hanno fatto nel 2013, e il britannico Boris Johnson lo ha fatto nel 2020.

Ma non è chiaro se il presidente degli Stati Uniti abbia l’autorità di cambiare unilateralmente lo status dell’USAID.

Il Congressional Research Service ha affermato, il 3 febbraio, che sarebbe necessaria l’autorizzazione del Congresso per “abolire, spostare o consolidare” l’agenzia, ma ha osservato che un presidente può proporre ed eseguire “cambiamenti strutturali”.

I legislatori democratici e alcuni ex funzionari hanno affermato che la mossa sarebbe incostituzionale. Poiché l’indipendenza dell’agenzia è stata affermata da un atto del Congresso, affermano, solo il Congresso può modificarne lo status. I repubblicani, tuttavia, hanno la maggioranza in entrambe le camere. La minoranza democratica può rallentare la legislazione usando una manovra nota come ostruzionismo, una prerogativa per richiedere un dibattito infinito al Senato.

Ma se Trump può davvero eseguire “cambiamenti strutturali”, è probabile che con un decreto modifichi USAID incorporandola nell’ufficio di Rubio, che, successivamente, potrebbe effettuare ulteriori tagli come direttore esecutivo.

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  2. avendo appena ricevuto ,dopo il pagamento quota , la Tessera N° 5205 , che ho già mostrato ad alcuni miei…

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