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Il giorno di Trump

Il giorno di Trump

Siamo arrivati al 20 gennaio.
Il giorno che Donald Trump, per la seconda volta, viene “incoronato” Presidente degli Stati Uniti d’America.

Dopo 4 anni dalle giornate di Capitol Hill Trump torna alla Casa Bianca.
Da vincitore.
Da vincitore indiscusso.

Per la prima volta, causa freddo ed anche sicurezza, la cerimonia di insediamento si svolgerà all’interno del Campidoglio anziché sui gradini.

Da settimane gli americani – e non solo – erano in attesa di questa giornata.

Mai così nella storia la transizione tra un presidente e l’altro aveva lasciato il mondo intero col fiato sospeso.

Biden ha lascisto gli Usa e l’Occidente ad un passo dalla terza guerra mondiale. Una guerra folle contro la Russia che potrebbe trasformarsi in un vasto conflitto termonucleare con conseguenze devastanti, in primis per l’Europa.

Finalmente il “Signore della guerra” – espressione del peggiore globalismo imperialista e guerrafondaio – è andato a casa e con lui sembrano essere liquidati tutti i russofobi, i fanatici woke, green e arcobaleno vari…

Ovviamente ora per Trump saranno tempi duri.
Non solo per le questioni internazionali da risolvere, in testa la questione Russia-Ucraina, ma perché il deep state americano non gli lascerà vita facile.

Sarà una vera e propria guerra civile (a bassa intensità?) tra Trump ed il deep state, il popolo americano e i suoi poteri forti.

Intanto il Presidente appena rieletto si insedia avendo portando una storia vittoria ed un successo incredibile fino a qualche giorno fa: la tregua tra Israele e palestinesi.

Un passo significativo che aumenta la speranza di chi crede che Trump possa essere un portatore di pace.

Anche gli ospiti segneranno un vero e reale cambio di rotta della storia americana.

Ci saranno naturalmente Elon Musk e Steven Bannon. Oggi i due veri consiglieri del Presidente.

Il primo, oltre ad essere luomo più ricco del mondo è diventato grande amico di Trump e si candida ad essere l’anti Soros. Il secondo da sempre l’ideologo del Presidente. Con posizioni sovraniste, identitarie e popolari. Un anti-globalista!

Sarà presente anche Mark Zuckerberg che giorni fa ha dichiarato al mondo intero di essere stato costretto a mentire su Covid, vaccini e guerre dal regime di Biden.

Tra i politici, due saranno gli assenti che segnano più di una presenza: l’ex first lady Michelle Obama e l’ex presidente della Camera dei rappresentanti democratica Nancy Pelosi.

Un’assenza che sembra una vera dichiarazione di guerra tra Trump e il deep state.

Per l’Italia ci sarà Giorgia Meloni. Hanno annunciato la loro presenza anche altre personalità del sovranismo europea: i francesi Marion Marechal ed Eric Zemmour, il britannico Nigel Farage e uno dei leader del partito tedesco AfD, Tino Chrupalla.

I Village People si esibiranno al raduno.
La loro hit, “Y.M.C.A.” del 1978, è diventata un elemento fondamentale dei comizi di Trump, che non si esime di ballarla sul palco.
La cantante country Carrie Underwood e il tenore Christopher Macchio si esibiranno alla cerimonia di insediamento.
Il primo eseguirà la canzone patriottica “America The Beautiful” e il secondo l’inno americano.

Per sancire questa storica giornata, molto più popolare rispetto al passato, Donald Trump ha promesso di unirsi al popolo dopo aver prestato giuramento.
La cerimonia si concluderà in serata con danze tradizionali e sono previsti tre discorsi del nuovo presidente.

Un vento Sovranista sembra spirare anche da Ovest…
Da anni questo vento soffia da Est…
Che queste due forze possano incontrarsi e chissà, spazzare via le nubi nere e feroci che sono sopra la nostra cara e amata Patria ed il nostro Vecchio (e decandente) Continente.

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