I colpi di coda della tirannia globalista
Ormai è scontro aperto tra Patrie e globalismo, tra popoli e liberisti, tra multipolarismo e nuovo ordine mondiale.
Per la prima volta gli Stati Uniti sono contro il mondialismo e l’Impero Britannico si appresta a guidare il nuovo atlantismo globalista.
La visita del re inglese in Italia segna un cambio di passo.
Charles Philip Arthur George of Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg-Sachsen-Coburg und Gotha, meglio noto al mondo come Re Carlo III, si è recato in visita in Italia in occasione del suo 20esimo anniversario di matrimonio con Camilla, oggi Regina consorte.
La visita è stata un viaggio ufficiale di Stato ed ha contemplato anche un discorso la Parlamento italiano, con le due Camere riunite.
È la prima volta di un sovrano inglese al Parlamento e, forse, la prima volta in assoluto, nella Storia contemporanea, che un sovrano straniero per rendere visita a un Paese fintamente alleato ma in realtà colonia, venga direttamente a controllarne il Parlamento, in persona.
Una scena patetica ed inquietante allo stesso tempo.
Ricevuto in pompa magna come mai prima era successo ad un Capo di Stato – nemmeno per i presidenti americani e nemmeno per il primo ministro israeliano -, sottolineando la nuova vera gerarchia dei poteri internazionali, l’anziano sovrano regnante ha proferito un discorso alla presenza unitaria e compatta (sic!) di tutte le forze politiche del panorama italiano.
Un teatro pieno di significato per chi voglia ascoltare il messaggio dietro le quinte.
Dal sottolineare il ruolo inglese nell’impresa dei massoni Garibaldi, Cavour e Mazzini, a tutto il resto, il tutto teso a dimostrare la fratellanza tra i nostri due Paesi, come se fossimo paritetici, mentre in realtà noi siamo i sudditi.
Nel secondo conflitto mondiale le forze anti-sovraniste non ascoltavano Radio Mosca, ma Radio Londra.
Anche il Partito Comunista italiano era tutto filo inglese e mise in minoranza la componente filo Sovietica.
Massoneria e capitalismo filo britannico l’hanno fatta sempre da padroni.
Altrimenti il Re britannico non si scomoderebbe per venire a fare un discorso al Parlamento.
Il discorso proferito è stato un vero e proprio programma politico e bellico.
Ha rammentato l’invasione degli inglesi nella Seconda Guerra Mondiale, forti di aver chiamato i cugini americani a salvargli l’imperium, con Re Giorgio VI che nel 1944 fece visita alle truppe schierate, senza mancare di riconfermare l’amicizia massonica ai lontani parenti residenti ad Arezzo.
Ha sottolineato, congratulandosi, l’importanza del sostegno all’Ucraina e la sudditanza alla NATO, con la quale a breve partiranno operazioni di addestramento congiunte nel Mediterraneo, avendo persino il coraggio di citare il G7 – di cui nessuno ricorda più niente, visto che è un club di sette Stati con l’Alzheimer politica e la demenza senile geoeconomica.
Immancabile la sciorinata ecologista, un suo tratto peculiare sin dalla gioventù, che è stata seguita da un melting pot di citazioni di poeti, artisti e scienziati, secondo la logica della “chiamata degli esperti”.
Inquietante ed enigmatica la citazione di Giovanni Falcone, riportando la data del 1992 con la strage di Capaci in auge.
Forse un giorno scopriremo il vero significato di questa citazione.
È interessante che Carlo III, nel suo presenziare il luogo che dovrebbe essere difeso dalle ingerenze straniere in quanto santuario della democrazia (si fa per ridere!), si sia presentato non solo come sovrano del Regno Unito e del Commonwealth, ma anche come Capo supremo delle forze armate del suo Regno.
Non ha caso, ha citato la posizione geografica talassocratica di UK e Italia, ai due estremi del continente europeo.
Quindi, ricapitolando: il Generalissimo ha chiacchierato di guerra davanti ai rappresentanti del popolo italiano. Tutto normale, vero?
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