Ramona Castellino
Abbiamo avuto il piacere di poter fare una chiacchierata con Nicolas Gabrielli, responsabile Giovanile di Democrazia Sovrana e Popolare
In previsione del raduno Nazionale Giovani che si terrà a Roma il 25 gennaio, si rimarca l’importanza di fare tornare protagonisti i nostri giovani della res pubblica, intesa come emancipazione di lotta e resistenza, per la costruzione di un mondo che superi l’attuale, unipolarista e globalista, che per decenni ha stritolato i popoli di tutto il mondo.
Quando comincia la tua militanza politica, come ti sei formato e quando avviene l’approdo a DSP.
Ho iniziato a militare che avevo 14 anni, assieme a Marco Rizzo. Mi entusiasmavano, come ancora fanno oggi, i suoi discorsi. L’idea che i dominati potessero vincere contro i dominanti. Ma avevo già iniziato a muovere i primi passi nella politica studentesca, con il mio collettivo territoriale ad Ostia che si chiamava “studenti in lotta”. I picchetti, gli scioperi, i volantinaggi, la rappresentanza. In quel periodo ci siamo divertiti e sognavamo una scuola diversa. Era il 2017, gli anni del ministro Fedeli e il movimento studentesco romano batteva gli ultimi colpi di coda. Oggi non c’è più nulla.
Non ho mai vissuto, però, la politica come una passione, ma come una necessità oggettiva. Io vengo dalla periferia, da una famiglia di operai, e ho sempre pensato che la politica sia il mezzo per emancipare le persone che, come me, vivono queste contraddizioni sistemiche sulla propria pelle.
Ho seguito Rizzo in ogni sua coerente evoluzione. Democrazia sovrana popolare nasce per rispondere alle esigenze di un mondo in continua evoluzione. Non abbiamo unito nulla, ma superato vecchi presupposti ideologici e rilanciato una nuova teoria politica: il sovranismo popolare.
Patria, Pace, Lavoro.
Quando ti viene dato l’incarico di responsabile Giovanile
Il giorno dopo il congresso fondativo di Democrazia Sovrana Popolare all’Ergife, mi arrivò una chiamata. Era Rizzo. Mi chiese di radunare una decina di ragazzi a Roma per lanciare il movimento giovanile di dsp.
Non vi nascondo che all’inizio non ero d’accordo, o per meglio dire, ero dubbioso.
Costruire una comunità giovanile non è semplice e forse è anche “fuori tempo” per molti.
Dopo quella riunione ai primi di febbraio mi convinsi e sia Rizzo che Toscano mi diedero l’incarico.
Eravamo 11 pazzi, provenienti da tutta Italia, che per un’intera giornata parlarono di massimi sistemi e di rivoluzione.
Oggi siamo centinaia di ragazzi organizzati in federazioni regionali e provinciali in quasi tutto il territorio nazionale.
Ci siamo riusciti, ma io non ho meriti, devo tutto ai miei ragazzi.
Cosa significa per te, essere un sovranista popolare
In un’epoca dove impera il nulla globalista, essere un sovranista popolare significa invertire la rotta.
Mettere al centro della propria azione politica la patria e la tutela delle libertà conquistate, l’unità di popolo contro le élite, il lavoro e la produzione contro l’alta finanza, un nuovo umanesimo contro le follie woke. Significa lottare contro l’imperialismo, per la pace.
Costruire, quindi, quel paese in cui valga la pena restare.
La storia è dialettica e in continua evoluzione. Noi oggi stiamo raccogliendo la fiaccola dei tanti giovani che prima di noi hanno versato il sangue per un paese migliore.
E quella fiaccola oggi è più viva che mai.
I giovani sono sempre più scollati dalla politica. Qual è secondo te la chiave per riportare i nostri ragazzi a vivere la politica
Mi piace spesso utilizzare una frase coniata da me: “il sistema ha trasformato la rivoluzione in semplice ribellismo”.
Nulla di eccezionale ma descrive a pieno ciò che le nuove generazioni vivono.
Se negli anni del secolo scorso l’obiettivo era superare le contraddizioni collettive della società, oggi i giovani vivono in un perenne individualismo edonistico, che li porta al massimo a voler superare per loro stessi le contraddizioni.
Se prima si lottava per sconfiggere la povertà di tutti, oggi si lotta per sconfiggere la propria povertà, a discapito anche del prossimo.
E se in me stesso sono accumulate tutte le risposte alle tante domande che il mondo mi pone, perché dovrei affidarmi alla politica?
In più sono demotivati. Il sistema ci ha dichiarato guerra e noi la stiamo perdendo. Sconfitta dopo sconfitta, aumenta lo sconforto.
Non più l’idea dell’uomo titano capace di plasmare la realtà, bensì della realtà imperturbabile che schiaccia tutti noi.
Per questo oggi abbiamo rilanciato l’idea di una comunità. Il momento dell’attivismo e degli “influencer d’area” è finito.
Costruiamo un movimento realtà che abbia come massima ambizione la costruzione di una futura società. Per tutti.
La giornata del 25 gennaio è un’iniziativa molto interessante, dedicata proprio ai ragazzi.
Come si svolgerà la giornata e quali saranno le attività e tematiche che si svolgeranno
Il 25 festeggeremo un anno di nascita del nostro movimento giovanile allo scaut center a piazza Bologna (Roma). In un anno abbiamo posto le basi, ma ora bisogna rilanciare la nostra idea.
Sarà una giornata dedicata ai dibattiti con ospiti importanti come l’on. Rinaldi, l’ambasciatore Scapini, il professor Pennetta e il col. fabio Filomeni. Ma anche un momento di socialità con musica, canzoni e un pranzo sociale.
Si parlerà di futuro, di prospettive nuove, di programmi.
Socialità e formazione, questo il nostro slogan.
Se dovessi dare una motivazione a partecipare ad un ragazzo di 15 anni di oggi, quale sarebbe?
Sono tanti i ragazzi che si stanno avvicinando al nostro partito e sono alla loro prima esperienza politica.
Sono ragazzi che il più delle volte vengono perché guardandosi attorno vedono che qualcosa non va.
Che la nuova società che stanno costruendo li vuole sottomessi, acritici, fluidi: pedine fondamentali nella società del libero mercato.
Il consiglio che do ad un ragazzo di 15 anni è proprio questo, quello di guardarsi attorno.
Abbiamo ancora una chance per cambiare le cose.
Facci il Pantheon del Sovranismo popolare
Il Sovranismo Popolare, come dicevo prima, non unisce, ma supera.
Ciò non toglie che nella nostra storia, possiamo ritrovare figure chiave, legate da un sentimento comune d’amor patrio, che incarnano pienamente lo spirito sovranista.
Lo rivediamo negli scritti di Dante, nelle lotte dei comuni contro l’impero, nei patrioti della repubblica romana del ‘49, nei voli di D’Annunzio, fino alle gesta di Enrico Mattei e Olivetti.
Chi in un modo o nell’altro, ha rappresentato quel continuo divenire materiale e spirituale del tricolore.
Un’eredità importante. Siamo figli di questa storia. Siamo i figli d’Italia.
Poi… per chiudere. Domande leggere: il tuo libro, il tuo film e il tuo cantante preferiti…
La voce degli spiriti eroici di Mishima, la storia infinita e Battisti.
Giovane si, ma vengo da un altro mondo.
Ringraziando Nicolas, invitiamo i tanti ragazzi a partecipare alla giornata del 25 gennaio, che segnerà senza se e senza ma, un altro grande passo in avanti del sovranismo popolare verso “un paese del Ve valga la pena vivere”
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