Dopo una giornata di scontri all’interno del governo israeliano per il raggiungimento di un accordo con Hamas, nella notte in Qatar è arrivata la firma per la tregua.
I rappresentanti di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar hanno firmato ufficialmente l’accordo sugli ostaggi a Doha, con un giorno di ritardo e dopo aver superato gli ultimi ostacoli.
L’ultradestra israeliana si era messa di traverso sulla tregua a Gaza rischiando di far slittare a lunedì l’entrata in vigore dell’intesa raggiunta a Doha, a partire dalla liberazione dei primi tre ostaggi.
“Se l’accordo sarà approvato – ha detto Itamar Ben Gvir alla vigilia della riunione dell’esecutivo chiamata a votare l’intesa – presenteremo lettere di dimissioni e non faremo parte del governo. Ritorneremo a farne parte solo se la guerra a Gaza riprenderà”.
I ministri si incontreranno domani come previsto inizialmente, ma la riunione potrebbe riprendere al termine dello Shabbat.
Dopo il voto, gli oppositori avranno 48 ore per presentare ricorso alla Corte Suprema: così si arriverebbe a lunedì.
L’Idf in serata sembra aver diminuito i raid sulla Striscia.
Ma nell’ultima giornata, ha denunciato il ministero della Sanità legato a Hamas, 81 persone sono state uccise nella Striscia e 188 sono rimaste ferite.
Questa pace, frutto del grande lavoro diplomatico di Donald Trump, è un passo importantissimo e potremmo aggiungere una grande vittoria per la resistenza del popolo palestinese, che nonostante i rapporti di forza sproporzionati, è ancora viva e innalza la bandiera della Palestina!
Viva la Pace.
No alla guerra.
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