Ramona Castellino
Come era prevedibile e nonostante il mainstream occidentale non volesse ammetterlo, l’Ucraina è al collasso.
Da “offensive” ucraine mai arrivate, da sanzioni che avrebbero “messo in ginocchio l’economia russa”, oggi si sono arresi anche i giornalai più caparbi, ammettendo che l’esercito ucraino è stato battuto sul campo da Mosca.
E non si possono ignorare le parole del nuovo presidente americano Donald Trump e le aperture verso la Russia.
Trump non nasconde si aver sempre avuto un ottimo rapporto con il suo omologo russo ed ha espresso il desiderio di incontrare quanto prima Putin, affermando che Kiev vuole un accordo.
Nonostante le parole di esortazione alla guerra durante le giornate di Davos, Zelensky è sempre più solo ed ora pronto al dialogo, sapendo di essere ormai sconfitto e che da sconfitto subirà le condizioni di pace.
Da Mosca anche arrivano le prime aperture attendendo un segnale da Washington.
La Russia però non ha dubbi su quelle che saranno le uniche condizioni per una pace duratura:
-Nuove elezioni in Ucraina;
-Fine dell’era Zelensky;
-La rinuncia all’entrata nella Nato;
-La smilitarizzazione ucraina;
-Le regioni del Dombass, insorte contro il regime atlantico di Kiev, annesse alla Madre Patria Russa.
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