Perché dopo 25 anni la figura di Craxi è ancora moderna?
Perché dopo 25 anni il leader socialista sembra un gigante?
Perché Craxi, con tutte le contraddizioni era un vero patriota ed un autentico sovranista.
Altro che questi di oggi… che la patria l’hanno venduta agli atlantici ed il loro sovranismo è di cartone e da accattoni.
Da quando Craxi parlava alla Camera dei deputati della legittimità della lotta armata palestinese, alla bandiera con la Stella di Davide proiettata su Palazzo Chigi da Giorgia Meloni.
Questo è il segno dei tempi… questo ci ha portato questo ultimo quarto di secolo.
Con il medio Oriente in fiamme da oltre un anno, con lo scoppio della guerra totale tra Israele e i palestinesi guidati da Hamas, davanti a una immane tragedia, di fronte a tregue e allo sterminio della popolazione di Gaza, in Italia abbiamo visto solo accendersi le luci su Palazzo Chigi e illuminarlo con i colori della Stella di Davide, la bandiera nazionale israeliana.
Oppure mobilitazioni a favore di Tel Aviv.
Giorgia Meloni ha sempre voluto rimarcare, se mai ce ne fosse stato bisogno (avevate qualche dubbio?) da che parte sta la “sua” Italia.
E per ribadirlo con maggiore forza – Governo, Pd e Terzo polo, da Meloni a Renzi a Provenzano a Calenda – tutti compatti su posizioni iper-atlantiste.
Se fino a poco tempo fa le forze rivali tentavano almeno di fingere una differenza tra loro sulle questioni principali, oggi c’è un salto di qualità e si identificano apertamente con la stessa linea politica su tutte le questioni principali.
Su cosa sentano il bisogno di solidarizzare è inutile chiederselo.
Vogliono solo dirci che la storia non esiste, se non come memoria dei vincitori, dei più forti, e che occorre star sotto quell’ombrello per star quieti, anche correndo il rischio di star con gli oppressori.
Si chiama real politik e per farla digerire basta mandare i soliti mantra attraverso i telegiornali.
Eppure non è stato sempre così.
C’è stato un tempo in cui, seppur con tante ombre, si provava a distinguere gli oppressi dagli oppressori.
Quando Craxi considerava legittima la lotta armata palestinese
Craxi: “Considero legittima la lotta armata dei palestinesi”.
Correva l’anno 1985, era il 6 giugno, quando il presidente del Consiglio in carica, il socialista Bettino Craxi, dopo la famigerata ‘crisi di Sigonella’, parlò alla Camera dei Deputati dei rapporti dell’Italia con i paesi arabi e della questione palestinese.
Le parole di Craxi oggi suonerebbero come quelle di un alieno:
“Ebbene se la questione nazionale palestinese esiste, anche l’azione dell’Olp deve essere valutata con un certo metro, che è il metro della storia. Vedete, io contesto all’Olp l’uso della lotta armata non perché ritenga che non ne abbia diritto, ma perché sono convinto che lotta armata e terrorismo non risolveranno il problema della questione palestinese. L’esame del contesto mostra che lotta armata e terrorismo faranno solo vittime innocenti, ma non risolveranno il problema palestinese. Non contesto però la legittimità del ricorso alla lotta armata che è cosa diversa”.
Craxi alla Camera: “Considero legittima la lotta armata dei palestinesi”
In un passaggio Craxi fa un parallelo con “il padre della patria”, Giuseppe Mazzini, ricordando come la lotta armata sia stata utilizzata anche dai patrioti italiani che volevano liberare il paese dall’occupazione straniera:
“Quando Giuseppe Mazzini, nella sua solitudine, nel suo esilio, si macerava nell’ideale dell’unità ed era nella disperazione per come affrontare il potere, lui, un uomo così nobile, così religioso, così idealista, concepiva e disegnava e progettava gli assassinii politici. Questa è la verità della storia; e contestare a un movimento che voglia liberare il proprio Paese da un’occupazione straniera la legittimità del ricorso alle armi significa andare contro le leggi della storia. Si contesta quello che non è contestato dalla Carta dei principi dell’Onu: che un movimento nazionale che difenda una causa nazionale possa ricorrere alla lotta armata”.
Il solo parlare di “occupazione straniera” riferendosi ai territori occupati, oggi costerebbe la carriera politica ai nostri appresentanti e una crisi diplomatica con Israele e gli atlantici…
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