“Personaggi scomodi” vengono chiamati, in ogni società, in ogni tempo, coloro che non accettano passivamente ciò che viene loro imposto ma si pongono delle domande.
E quelle domande le pongono alla loro comunità.
Indagare, domandarsi, chiedersi il perché delle cose è un atto d’amore verso sé stessi e verso gli altri. È filosofia.
Il ragionamento, il logos, ci innalza e innalza le nostre condizioni mentali e sociali.
Il “nostro” Socrate, uno dei “personaggi scomodi” per eccellenza, andava in giro per la sua città, Atene, e domandava, indagava. “Dialogo socratico” lo hanno chiamato i posteri, erano domande su domande fatte per arrivare al nocciolo delle questioni, per approfondirle. E questo metodo lo insegnava anche ai suoi discepoli. Me lo immagino durante le sue lezioni ad insegnare come scavare a fondo nelle frasi fatte dei politici ateniesi.
Me li immagino questi ragazzi insegnarlo ad altri e così via.
Coscienza.
399 a.C Socrate trascinato in tribunale con accuse false.
“Corrompe i nostri giovani”, “Non rispetta gli Dei della città e le sue leggi”.
Menzogne, menzogne dettate dalla paura. Socrate amava la sua città e le sue leggi, odiava i politici servi del dio denaro e la loro corruzione.
Socrate si difende davanti ai giudici, li incalza, fa loro domande su quelle stesse leggi che essi rappresentano e loro non sanno rispondere.
Socrate condannato a morte. Umiliare tutti non è possibile.
Chi mette a nudo l’avidità merita la pena di morte.
Un uomo anziano avvelenato nel freddo della sua cella.
Cosa hanno ucciso? Ormai il seme della conoscenza e del dubbio era stato piantato.
“Occorre, o giudici che teniate a mente questa verità: non può esserci male per un uomo buono ne’ da vivo ne’ da morto e niente di quanto lo riguarda è trascurato dagli Dei. Tenete a mente che io non provo nessun rancore verso chi mi ha votato contro. Loro volevano solo danneggiarmi, non condannarmi a morte e per questo io li biasimo.
Una richiesta ho però, cittadini: i miei figli, una volta cresciuti, puniteli, tormentateli come io tormentavo voi se vi sembra che si occupino dei soldi e di altro prima che delle virtù. E se fanno finta di essere qualcosa ma non sono nulla.
E se farete così, io sarò trattato giustamente da voi, e anche dai miei figli.
Ma è già l’ora di andarsene, io a morire, voi a vivere. Chi di noi vada verso il meglio, è cosa oscura a tutti tranne che agli Dei.
Apologia di Socrate, Platone
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