Sepoltura dei feti, dagli Usa un avvertimento per l'Europa

Sepoltura dei feti, dagli Usa un avvertimento per l’Europa

John M. Grondelski

Dopo la sentenza Dobbs, Planned Parenthood ha lanciato campagne a livello statale per impedire la sepoltura dei feti: trattarli diversamente da altri rifiuti ospedalieri implica considerarli esseri umani.

È questo il fronte su cui si combatte la battaglia del “diritto” all’aborto.

L’Antigone di Sofocle è, per molti versi, la pietra angolare della disobbedienza civile degli europei. Riassumendo: Antigone sfida la legge positiva di Creonte che ha decretato che il fratello Polinice, morto in battaglia, venga degradato e la sua carcassa lasciata alla mercé dei rapaci. Per aver celebrato i riti funebri per suo fratello, Antigone fu condannata a morte. Antigone ci insegna che ciò che facciamo con i morti è una misura di ciò che siamo come esseri viventi. È una misura che gli europei potrebbero presto trovarsi a dover prendere, se il precedente americano è indicativo.

Il 31 gennaio, un giudice locale dell’Ohio ha emesso un’ingiunzione temporanea, richiesta da Planned Parenthood, che vieta l’applicazione della legge dello Stato che impone che i resti dei bambini abortiti siano sepolti o cremati. La genesi della legge risale alle rivelazioni secondo cui, prima della sua proposta iniziale nel 2020, i resti fetali provenienti dalle cliniche per aborti venivano semplicemente gettati nelle discariche.

La legge dell’Ohio non è unica. Nella vicina Indiana, lo Stato ha combattuto a lungo nel tribunale federale per una legislazione simile, anch’essa contro la Planned Parenthood, che era stata inizialmente firmata dall’ex vicepresidente Mike Pence quando era governatore di quello stato. La legislazione è ora in vigore dopo che un giudice di un tribunale federale di grado inferiore ne aveva inizialmente disposto il blocco.

Perché i risultati sono diversi? Il caso dell’Indiana è stato combattuto mentre la sentenza Roe contro Wade (1973), che garantiva l’aborto su richiesta fino al parto, era giurisprudenza vincolante negli Stati Uniti. Con la decisione Dobbs del 2022 che ha ribaltato la Roe, tale rivendicazione costituzionale federale non era più applicabile.
Tuttavia,in conseguenza della Dobbs, i sostenitori dell’aborto si sono mobilitati per ricreare a livello statale quelle garanzia costituzionali perse a livello federale. Così nel 2023 gli elettori dell’Ohio hanno modificato la loro costituzione statale per garantire l’aborto su richiesta, effettivamente fino al termine della gravidanza.

Perché questo dovrebbe interessare gli europei? Perché dopo la sentenza Dobbs, non pochi politici europei hanno chiesto a gran voce una maggiore tutela legale dell’aborto nel continente. Emmanuel Macron è stato il simbolo di questo movimento, avendo proposto un emendamento costituzionale francese in tal senso. Molti membri del Parlamento europeo hanno chiesto una legislazione a livello continentale per «proteggere» il «diritto» all’aborto (e punire uno Stato membro come la Polonia per la decisione del suo Tribunale costituzionale di annullare l’aborto giustificato per motivi eugenetici).

Alcuni potrebbero persino cercare di trasformare il «diritto all’aborto» in un «valore europeo» da inserire nei “trattati sacri” o di inventarsi tale diritto presso la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Dato che la CEDU, in materia di diritti umani, aderisce in gran parte a quello che gli americani chiamerebbero un “costituzionalismo vivente” – il significato del testo da interpretare “si evolve” nel tempo secondo una mistica ermeneutica nota solo ai giudici dei diritti umani e ai loro liberali avvocati delle ONG – non si può escludere del tutto la possibilità di inventare un tale “diritto” europeo.

Dal 1973, anno in cui è stata emessa la sentenza Roe vs. Wade, negli Stati Uniti sono stati praticati oltre 65 milioni di aborti. La domanda di Antigone che dovrebbe essere posta, ma che in gran parte non lo è, è: «Dove sono i corpi?» Molti non sono stati sepolti.

Molti sono stati gettati nei rifiuti. Nel corso degli anni, le proteste organizzate presso le cliniche che praticano aborti, il tipo di proteste che il vicepresidente J.D. Vance ha difeso nel suo discorso al Consiglio di sicurezza di Monaco, hanno permesso agli attivisti pro-vita di rendersi conto di cosa viene gettato nei cassonetti e cosa viene raccolto dalle squadre addette alla “gestione dei rifiuti”. Infatti, nel 2022, al culmine della guerra legale del presidente Biden contro i manifestanti pacifici pro-vita, gli investigatori di Washington D.C. hanno fatto irruzione in una delle case di un’attivista, in cui aveva conservato un contenitore ottenuto dai servizi di “gestione dei rifiuti” di una clinica abortista della capitale, che conteneva i resti di cinque aborti tardivi. Mentre i federali di Biden hanno perseguitato i manifestanti anti-aborto per «resistenza alla perquisizione», ad oggi né il governo federale né quello distrettuale hanno indagato se quei cinque corpi rappresentassero aborti tardivi vietati dalla legge federale e se le vittime fossero effettivamente nate vive prima di morire. Quando l’abortista di Philadelphia Kermit Gosnell è stato condannato per omicidio (per aver tagliato il midollo spinale di neonati a termine) e omicidio colposo (di una “paziente”), i pubblici ministeri hanno scoperto che la sua casa era un ossario di resti fetali in salamoia.

L’associazione Planned Parenthood si è opposta alle leggi sulla sepoltura dei feti con una serie di motivi pretestuosi: da una parte, limitano la libertà di religione e di parola di una donna che abortisce, costringendola a mostrare rispetto verso i resti fetali come se fossero umani; dall’altra, impongono alle donne costi inutili e oneri psicologici che non servono a «scopi medici», ma promuovono una posizione pro-vita.

La verità è che queste leggi sono come dei drappi rossi davanti ai tori, perché suggeriscono che i resti fetali sono diversi, ad esempio, dalla polpa dentale nello studio dentistico o da un’appendice nella sala operatoria per la chirurgia gastrica. Ciò apre la questione dell’umanità dei feti. Dopo aver fatto di tutto per descrivere il nascituro come «una massa di tessuto» o un «grumo di cellule», il doverli trattare in modo diverso dagli altri rifiuti medici a rischio biologico riapre una questione che gli abortisti vogliono chiusa.

Questo non significa che l’umanità di quelle “masse di tessuto” non possa essere riconosciuta, se si possono ricavare soldi da esse. La stessa Planned Parenthood, che ha fatto causa agli Stati del Midwest perché chiedevano la sepoltura o la cremazione dei feti, è stata ripresa dieci anni fa mentre conduceva un commercio redditizio di parti del corpo dei feti; i suoi attivisti discutevano su come modificare le procedure di aborto per garantire l’estrazione ottimale di organi fetali redditizi come il fegato. Ancora una volta, mentre la California (inizialmente guidata da Kamala Harris) ha fatto causa ai produttori di quei video sotto copertura piuttosto che indagare sul traffico di parti del corpo, ha recentemente risolto il caso senza condannare i produttori dei video.

Paradossalmente, la difesa dell’aborto tende a invocare casi estremi e difficili per legittimare le pratiche comuni di aborto procurato per ragioni socio-economiche che molte persone trovano visceralmente problematiche, ma su cui sono disposte a chiudere un occhio.

Tuttavia, i regimi di aborto permissivi che ne derivano sollevano domande riguardo a cosa accade ai corpi e come la loro collocazione potrebbe creare almeno una dissonanza cognitiva con la professata fedeltà al “valore” in gioco nel “diritto all’aborto”.

Nella misura in cui gli europei cedono agli slogan a favore dell’aborto nella loro legislazione, devono chiedersi ora, come fece una volta Antigone: possiamo almeno seppellire i corpi? O li lasciamo come carogne nelle discariche?

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